Giornale Web
EDITORIALE

Ai medici ed ai sostenitori tutti dell'Ospedale San Francesco,
isola di Fogo, Capo Verde.

 

Cari colleghi ed amici di Capoverde,
con grande rammarico ho letto la lettera che padre Ottavio Fasano ha inviato a tutti noi in data 10.12.2012 in cui ci si avvisa della condizione attuale dell'Ospedale San Francesco a Sao Felipe, isola di Fogo. Condizione di cui ero già
a conoscenza, di persona, essendo rientrato a Settembre da Capoverde, paese dove oramai, dal 2006, con continuità lavoro su tutto l'Arcipelago, avendo attivato una collaborazione volontaria
no-profit anche con gli altri due ospedali nazionali maggiori, in Praia (Isola di Santiago) e in Mindelo (isola di Sao Vicente). La mia lettera vuole essere innanzitutto un incoraggiamento per quanti hanno lavorato nell'Ospedale e per l'Ospedale San Francesco negli scorsi anni affrontando come me i problemi sia organizzativi che gestionali di una struttura che ha salvato tante e tante vite umane ed ha ridato il sorriso a quanti erano abbandonati a se stessi senza possibilità di cure alternative. Ho personalmente vissuto le problematiche interne all'Ospedale da quando, nell'Agosto del 2006, a 29 anni di età, è cominciata la mia avventura come oculista, a Capoverde; avventura sempre sostenuta dall'entusiasmo di Padre Ottavio che, talvolta, non riusciva a starmi dietro per le continue idee e proposte che mi saltavano in mente: visite sull'isola di Brava, visite in altri ambulatori di Fogo, collaborazione con gli specialisti del territorio per la formazione professionale, formazione del personale infermieristico, collaborazione con gli ospedali nazionali ed in ultimo, accordi con i delegati della salute per fare diventare l'Ospedale San Francesco un riferimento, per tutto il paese, per la cura delle principali patologie oculari. Il tutto, incentivando colleghi anche più giovani che come me hanno rinunciato a ferie e divertimenti, credendo in un obiettivo importante: dare alle popolazioni della isola di Fogo e della vicina isola di Brava un Ospedale che vantasse professionalità e cure specialistiche all'avanguardia. Il tutto non senza difficoltà: i periodi di permanenza dei singoli specialisti erano troppo brevi per cui si doveva provvedere ad un turn-over costante specie per branche salvavita (come la chirurgia generale), l'approvvigionamento del materiale sanitario avveniva spesso a singhiozzi, l'ordine dei medici non intendeva (ed ancora oggi non intende!) riconoscere l'iscrizione ai medici italiani che pur operando e salvando vite umane, si trovavano ieri come oggi a non potere prescrivere una compressa di ASPIRINA ad un paziente senza la firma del delegato della salute
di turno. Per chi come me ha lavorato in Capoverde tanto tempo, questo è stato maggiormente uno stimolo a proseguire negli intenti: a Settembre addirittura abbiamo attivato
un ambulatorio di dermatologia, che è sempre mancato all'Ospedale S.Francesco riscuotendo grande successo. Insomma, l'ospedale è stato una perla di assistenza sanitaria per la popolazione delle isole di Fogo e Brava: se questo è stato, credo si debba renderne omaggio a persone come il Dott. Serghei, anestesista, che per circa 10 anni, in qualsiasi momento del giorno e della notte, è stato disponibile a risolvere emergenze sanitarie, la Dott.ssa Tatiana, farmacista, che ha provveduto spesso alla preparazione di farmaci che ci hanno permesso
di lavorare in sicurezza e non ultima, la sig.ra Anna Bonamico, exdirettrice del Centro Socio Sanitario San Francesco, che ha lottato tante volte per l'Ospedale da vero gladiatore per risolvere problemi amministrativi che avrebbero paralizzato noi tutti insieme con i nostri progetti.
L'Ospedale San Francesco è attualmente un Ospedale capoverdiano; la recente delocalizzazione dei principali strumenti di diagnostica e terapia in esso presenti verso le strutture sanitarie territoriali già del governo Capoverdiano e il rientro definitivo a fine
dicembre 2012 in Moldavia del Dott. Serghei (unico anestesista tra le isole di Fogo e Brava) compromettono gravemente la operatività del San Francesco con arresto immediato dei programmi di cooperazione sanitaria. Ma, come dicevo all'inizio, questa vuole essere una lettera di incoraggiamento: sono fiducioso nella ripresa dei programmi di cooperazione perché il solco è stato tracciato, lungo e profondo, ed il legame stabilito con la popolazione ed i medici del territorio è solido perché fondato sulla gratuità e la riconoscenza. Sappiamo che per il prossimo futuro nostro interlocutore sarà il Ministero della Salute di Capoverde: ma le istituzioni
sono fatte da uomini come noi ed io personalmente mi adopererò, sin da oggi,
perché tutto riparta la più presto. Questo per me
e tutti quelli che come me hanno dato tanto a Capoverde.


Auguro a tutti voi un sereno Natale.
Santa Maria Capua Vetere, 25.12.2012 Valerio Piccirillo


In risposta alla lettera del Dottor Piccirillo,
la lettera di Padre Ottavio Fasano

Miei cari amici medici, infermieri, tecnici
che siete stati all'ospedale San Francesco d'Assisi
in Fogo, a prestare la vostra preziosa opera di aiuto
ai malati, desidero augurarvi un anno nuovo vissuto in buona salute ed in serenità con le vostre famiglie e nell'ambiente di lavoro. Grazie sempre per quanto molto avete fatto verso il popolo capoverdiano e quanto ancora potrete fare per chi ha più bisogno.
Mi permetto di allegare a questa mia quanto ricevuto dal nostro carissimo e fedele dott. Valerio Piccirillo, medico oculista, che molto ha fatto e spero ancora possa fare verso il popolo capoverdiano.
Con un certo magone ho ricevuto questa mattina
dalla sig.ra Anna Bonamico un sms nel quale mi si comunicava che, ieri sera, il telegiornale della
TV Nazionale Capoverdiana
, ha dato notizia che l'ospedale San Francesco d'Assisi è stato chiuso
per mancanza dell'anestesista.
Notate fino al 30 novembre ho esortato il Delegato di Fogo, del Ministero della Salute a parlare espressamente con il dott. Serghei.

Cosa che mai ha voluto fare come scelta politica.
Mi dispiace immensamente. Il cammino del vero sviluppo non è ancora dietro l'angolo.
Ma lavoriamo con fiducia e speranza.

Auguri di buon anno e di bene per ognuno di voi.
Cari saluti

Fossano, 3 gennaio 2013


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