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ITALY-CAPVERT

Diario di bordo
A Capo Verde? Beato te che ci puoi andare!

di Mario Durando

E' il ritornello che spesso mi sono sentito ripetere nei giorni precedenti il mio primo viaggio in quelle isole. E' sufficiente entrare in un'agenzia di viaggi, infatti, e la meta di Capo Verde è sempre più proposta: uno dei rari paesi africani con stabilità politica, clima costante, mare, spiagge. E allora sono arrivati da pochi anni gli europei (molti italiani) con i loro villaggi turistici, le proposte di 7 o 14 giorni "tuttocompreso".
E i turisti abboccano: volo charter, incastrati nelle strette file dei posti aerei per 6 ore, improbabili pasti tipici serviti a bordo, arrivo e trasferimento in bus privato al villaggio (debitamente chiuso e recintato), settimana di sole e animazione diurna e serale. Tutti belli, abbronzati, sorridenti e con il cinturino di plastica al polso (per non perdersi?). AI ritorno in imbarazzo con il primo che chiede: "Com'è, Capo Verde?". Solo allora, in effetti, si rendono conto di aver visto un aeroporto, una spiaggia, un villaggio che può essere replicato in Calabria, Sicilia, alle Mauritius...
Ho condiviso con lo stuolo di vacanzieri il solo volo aereo, poi tutto è stato diverso.
Al seguito di una delegazione della Regione Piemonte con l'assessore Cotto, un consigliere e altri funzionari ho provato a conoscere e capire un po' di più le Isole del Capo Verde. La cortesia del Presidente della Repubblica che ci attende la domenica mattina e ci porge il benvenuto. La puntualità (inaspettata) e la disponibilità dei Ministri dell'agricoltura, del commercio, della sanità, dei sindaci di alcune cittadine. Il servizio all'occidentale in alberghi e ristoranti. Il sorriso e le pettinature a treccine di tanti bimbi. I mercati al coperto con gl'incredibili colori dell'Africa e dell'Oriente. La terra riarsa e polverosa che offre macchie di colore con l'acacia rubra, i caschi verdi di banane, le abitazioni azzurre o gialle o bianche. Ma anche la nera lava del vulcano (che diventa sabbia finissima in alcune spiagge), le povere abitazioni ricavate in torridi container, le casette di pietra e paglia o lamiera...e sempre tanti bimbi che corrono e giocano. E' sufficiente un pallone sgonfio per sentirsi dei piccoli Pelè o tifare Portogallo.

Con la delegazione della Regione e del Ministero dell'Agricoltura tanti incontri e discorsi fino a ora tarda per comprendere i problemi, riportarli in Italia cercando solidarietà, favorendo cooperazione: non solo di Enti ma di persone, gruppi, associazioni.
Partite le delegazioni, il tempo per conoscere alcuni missionari. Padre Federico: 40 anni di Capo Verde, ora nel periodo del declino fisico per malattia si definisce "icona" dell'amicizia che vuoi continuare ad avere con questo popolo. Lorenzo e Josè: giovani capoverdiani animatori di una grande parrocchia. Silvino: da tubista a Chieri (To) a responsabile tecnico della radio dei frati "Radionova". Antonio: capoverdiano e direttore della radio e del settimanale "Terranova". Bernardino e Augusto: educatori dei loro sei connazionali e aspiranti alla vita cappuccina. PierAldo: parroco e spericolato guidatore sulle strade in pietra. Paolino, Samuel...
E poi il centro sociosanitario "San Francesco" con il suo ideatore padre Ottavio, i malati -all'ombra nei cortili- in attesa di analisi, il bimbo appena nato con parto cesareo, i medici, l'infermiera volontaria che sogna di terminare l'insegnamento alle capoverdiane per proseguire in altra struttura, le sorelle francescane con il loro incredibile e bellissimo giardino di fiori e ortaggi.
Ormai ricordi, flash, fotografie che mi torneranno in mente pensando a quelle dieci isole nell'oceano Atlantico con i loro bimbi, i nostri missionari, i tanti volontari, i turisti distratti.

SCHEDA CAPOVERDE
Quando nel 1946 il Vescovo di Capo Verde, mons. Faustino Moreira dos Santos inviò un SOS alla Santa Sede chiedendo di essere aiutato nel trovare Missionari per questo arcipelago alla deriva, dal punto di vista spirituale e materiale, la Santa sede rispose:"si rivolga ai Cappuccini del Piemonte". Ma il Provinciale del Piemonte, nel ricevere la lettera del Vescovo, domandò al suo Segretario: "Capo Verde? e dove resta?"
Oggi, passati 50 anni, nessun Cappuccino del Piemonte e pochi Italiani farebbero una simile domanda perché tra loro e le isole di Capo Verde si è costituito un vero "gemellaggio". Dal 1947 essi sono presenti nelle isole e stanno portando a termine anche un grosso lavoro per mantenere gli equilibri del paese.
Basti dire che in questo momento la metà dei frati cappuccini a Capo Verde è Capoverdiana. I figli di san Francesco non si occupano soltanto del lavoro spirituale. La prova sta qui: quasi 2000 bambini frequentano ogni giorno il loro asilo, ricevendo educazione e cibo.
C'è l'emittente Radio Nova, creata nel 1992, per aiutare a vincere l'isolamento delle varie isole ed appoggiare le comunità nel lavoro di evangelizzazione.
C'è il mensile Terra Nova, rimasto famoso per il suo coinvolgimento nella lotta per la democrazia nel Paese.
C'è un grande lavoro di appoggio alle famiglie povere nella costruzione di una casa degna di uomo e di cisterne per l’acqua piovana.
C’è infine la realtà del centro socio sanitario “san Francesco”, funzionante anche con le sale operatorie.
Con una superficie totale di 4,033 chilometri Capo Verde é uno dei cinque arcipelaghi atlantici della cosiddetta Macronesia che comprende anche le Azzorre, Madeira, le Canarie e le Selvagge. All'incrocio dei tre continenti che circondano l'Atlantico, tappa obbligatoria in mezzo all'oceano, l'arcipelago di Capo Verde, situato a 450 chilometri dal Senegal, si distribuisce in 10 isole e 8 isolotti. La popolazione emigrata (500 mila) é superiore a quella residente (350 mila), il che fa di Capo Verde un paese di emigranti

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