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ITALY-CAPVERT

 

 

 


Uragani
di Antonio Fidalgo de Barros

Lei è nato dove?
Nelle isole di Capo Verde.
Oh! Allora lei viene da quel Paese che ci manda gli Uragani e uccide la nostra gente!
Dialoghi simili accadono spesso negli Stati Uniti tra i cittadini americani e i nostri connazionali. Dialoghi senza malizia,
un po'per scherzare, ma senz’altro scomodi per i nostri emigranti. Negli Stati Uniti si parla finalmente del nostro Paese anche nei maggiori canali televisivi, come la CNN, ma non per un motivo che ci rallegra, bensì per un motivo che rappresenta una disgrazia per la più grande economia del mondo. Siccome altri motivi non ci sono per parlare delle nostre isole (almeno dal punto di vista di
un certo giornalismo), si parla di noi per dire che, in prossimità dell’Arcipelago,
è nato o sta nascendo il tale o talaltro uragano.
Fatto sta, però, che noi non ne
siamo colpevoli, ci mancherebbe altro:
essere esportatori di uragani! A meno che si ammetta che la causa di questi fenomeni
sia l’Effetto Serra.
Ma allora tutti ne siamo responsabili. Bertha, il secondo maggior
uragano dell’epoca recente
(il primo è stato Arthur), ha avuto la sua genesi a ovest di Capo Verde, avendo poi colpito le isole Bermude, ma senza provocare perdite umane. Arrivato poi negli Stati Uniti con forti venti e piogge, Bertha ha causato “soltanto” tre morti nel New Jersey, niente di paragonabile al micidiale Katrina del 2005. Bertha ha fatto rifiorire le nostre isole, prima di diventare una tempesta tropicale
o un uragano in altre aree. Così, chi volesse conoscere un Capo Verde veramente verde
venga adesso.
Ma venga subito, prima che sia tardi. Almeno in questo mese di settembre stiamo meritando il nostro nome.
Si è parlato anche molto di Gustav, che ha provocato l’esodo di 2 milioni di persone a New Orleans. Qui invece ha lasciato piogge abbondanti e non ha fatto grandi danni materiali. Dobbiamo segnalare in questa
epoca di piogge un morto, a quanto pare dovuto a imprudenza. Perciò, tutto sommato, le conseguenze sono state più che positive per le nostre isole. In più, circa un anno fa,
la NASA,
per studiare la formazione degli uragani nella nostra regione, ha fatto
venire da noi un aereo da ricerca, con apparecchiature sofisticate, che ha come base l’isola di Sal, ed anche un radar.

Capo Verde diventa così un Centro di studi per l’Osservazione della circolazione atmosferica dal Continente Africano verso l’Oceano Atlantico e poi verso il Continente Americano. Ci dispiace però molto che, quello che per noi è stato una grazia, diventi una disgrazia per gli altri. Ci resta la speranza che gli scienziati arrivino al punto da riuscire a eliminare i fattori, che provocano gli uragani, oppure che si scopra la via per diminuire il riscaldamento della superficie degli oceani, giacché uno studio della rivista britannica "Nature" dice che esso è, in gran parte, responsabile per l'aumento del numero
degli uragani nell'Oceano Atlantico,

dagli anni novanta in poi.


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