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La Festa di San Francesco
il 4 ottobre
San Francesco ha veramente vissuto fino in fondo
il Vangelo. Oggi, noi che siamo la chiesa facciamo festa.

Francesco ha ricevuto la rivelazione di Gesù
con il cuore semplice di un bambino, prendendo alla lettera le parole del Crocifisso.
Ascoltando il passo evangelico, dove Gesù invia i suoi discepoli ad annunciare la Buona Notizia, Francesco sente rivolte a sé quelle parole, che diventano così la Regola della sua vita, che
da'anche a coloro che lo seguiranno. Egli non vuole dare altra Regola se non le parole del Vangelo, perché per lui tutto è contenuto pienamente nel suo rapporto con Gesù. Le stimmate, che riceve a due anni prima della sua morte, sono proprio il segno di questo intensissimo rapporto che lo identifica col Cristo crocifisso. Francesco è piccolo e vuole restare piccolo davanti a Dio. In lui si sono realizzate in pieno le parole di Gesù:
"il mio giogo è dolce e il mio carico leggero".
Quanta gioia in Francesco, povero di tutto e ricco
di tutto, che accoglie le creature tutte con cuore di fratello, che in Cristo sente dolci le pene!
Anche per noi il giogo del Signore sarà dolce, se lo accetteremo con amore. Nella lettera ai Galati,
san Paolo ci dà la possibilità di capire meglio alcuni aspetti di questo giogo con due espressioni che
sembrano contradditorie ma sono complementari.
La prima: "Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo". Portare i pesi degli altri, questo è il giogo del Signore. Francesco l'aveva capito agli inizi della sua conversione. Racconta alla fine della sua vita: "Essendo io nel peccato, troppo amaro
mi sembrava vedere i lebbrosi, ma il Signore mi condusse fra loro ed io esercitai misericordia con loro".
Ecco il giogo: consiste nel caricarsi del peso degli altri, anche se farlo, ci sembra duro. E continua:
"E partendomene, ciò che mi era apparso amaro, mi fu convertito in dolcezza nell'anima e nel corpo".
Per chi se n’è veramente caricato, il giogo diventa dolce
e leggero. Poche righe più avanti troviamo la seconda frase di S.Paolo: "Ciascuno porterà il proprio fardello". Si direbbe in contrasto con la prima, ma nel contesto
il
significato è chiarissimo: si tratta di non giudicare gli altri, di essere pieni di comprensione per tutti, di non imporre agli altri i propri modi di vedere e di fare, di guardare ai propri difetti e di non prendere occasione dai difetti altrui per imporre alle persone pesi che non
sono secondo il pensiero del Signore.
Francesco si preoccupa di questo e nella sua Regola: "Non ritenersi primo fra i fratelli: essere umili”;
"I frati non si considerino mai come padroni":
non imporre pesi agli altri; e aggiunge: "Chi digiuna non giudichi chi mangia". E’ la delicatezza della carità, che se vede il peso degli altri, non li critica, non li giudica, ma
li aiuta. Prendiamo così su di noi il giogo di Cristo. Carichiamoci dei pesi degli altri e non pesiamo
su di loro
con critiche e giudizi, privi di misericordia, perché solo così possiamo conoscere meglio il Figlio di Dio, Gesù Cristo, morto per noi e, in Lui, conoscere
il Padre, con la stessa gioia di Francesco.


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