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Rubrica "Mi racconto" 27/11/04     di Federico Cerrone

Matrimonio come ai nostri giorni

 

Forno era un villaggio dell'interno, ove un salone fungeva da cappella per la Santa Messa domenicale.
Celeste era il mio braccio destro; era infatti incaricata di tenere in ordine la cappella e le suppellettili della messa e accogliere e impartire i primi rudimenti ai bambini; era un po' il mio alter ego.

Celeste abitava con i genitori ed io ero sempre ricevuto con ospitalità per un caffè prima o dopo la Santa Messa.
Una domenica arrivai con anticipo, incontrai la cappella insolitamente chiusa e dall'assenza di Celeste e dall'aria taciturna e silenziosa dei pochi crocicchi degli adulti compresi che c'era un mistero. Raggiunsi come al solito la mia casa ospitale ma stavolta con l'intento di chiarire il mistero.

Incontrai la mamma a letto ricevendo la visita di alcune signore amiche. Il padre sedeva silenzioso in fondo al cortile all'ombra di un mango. La casa e il cortile erano immersi in un clima di lutto.

Con riserbo e discrezione fui sedermi al lato del padre e gli chiesi che era avvenuto.
"Celeste ieri sera è uscita di casa ed è andata ad abitare con Manuel, il suo fidanzato che stamattina ci ha inviato un biglietto, che non ci preoccupassimo che Celeste si trovava in casa sua".
Lasciai il padre e la madre con qualche parola di conforto e tornai alla cappella.

Mi ero incontrato con un fenomeno ricorrente nella società e nella comunità cristiana.
Quando di una ragazza si diceva che era uscita o fuggita di casa voleva dire che era ricorsa alla scorciatoia di consegnarsi al fidanzato o per strappare il consenso dei genitori o per vincere il concorso delle antagoniste.

La fuga avveniva all'imbrunire o al chiaror di luna e con la connivente compagnia di qualche amica e veniva accolta con pianti e lutto nella casa paterna.
Col tempo anche le lacrime più cocenti si asciugavano ma in campo pastorale rimaneva il problema dell'atteggiamento di come unire la misericordia e la serietà che è il fondamento solido della famiglia.

Questo modo spicciolo di formare famiglia è radicato perché risale ai primordi del popolamento; non è facile da correggere e ci vuole saggezza pastorale.
Per fortuna il Padre eterno è più saggio di noi e non c'è errore che non possa trovare rimedio.

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